FAQ
Voi chiedete – noi rispondiamo
Qual’è l’importanza dell’iniziativa paesaggio?
Fuori dalle città, dai paesi e dagli agglomerati urbani troviamo spazi liberi e aperti: campi, aree naturali, boschi: «comprensori non edificabili» li chiama la legge. La suddivisione del territorio in zone edificabili e non edificabili è uno dei principi fondamentali che governano la protezione del nostro paesaggio.
Negli ultimi anni l’attività edilizia è tuttavia stata frenetica nelle zone non edificabili, dove ogni anno sorgono oltre 2000 nuove costruzioni. Nuove costruzioni di grandi dimensioni, edificate ad esempio per scopi turistici o agrari, rovinano il paesaggio. Accanto ad esse, numerosi vecchi edifici vengono sottratti al loro scopo e riattati. Granai, fienili e stalle sono ad esempio trasformati in case di vacanza. Tutto questo rende inoltre necessarie nuove infrastrutture e strade di accesso.
L’attività edilizia all’esterno delle zone edificabili frammenta e distrugge in crescente misura i paesaggi. Resta sempre meno posto per le piante, la libertà di movimento degli animali è progressivamente ridotta e la gente trova sempre meno spazi ricreativi.
L’Iniziativa paesaggio vuole porre un freno alla proliferazione delle costruzioni nelle nostre campagne, stabilendo chiare regole per l’attività edilizia al di fuori delle zone edificabili. Permette dunque di salvaguardare gli spazi naturali e vitali per piante, animali e terreni coltivi necessari per la produzione alimentare del nostro paese.
Voi parlate di un boom edilizio nei comprensori non edificabili. Ma quale proliferazione fuori controllo delle costruzioni! Ce n’è ancora di posto nel nostro Paese!
In realtà, il 37 per cento delle superfici edificate è situato fuori delle zone edificabili. Dal 1998 fuori dai comprensori edificabili sono state edificate superfici per un’estensione pari a 18’600 campi di calcio. Di questo passo, un giorno ci troveremo senza suolo utile. In particolare sull’Altopiano scompaiono sempre più superfici libere tra gli insediamenti.
Le superfici edificate ad uso agricolo al di fuori delle zone edificabili sono aumentate dal 1979 di quasi il 25%, benché nello stesso periodo in numero delle aziende agricole si sia praticamente dimezzato. Solo una parte di questa crescita è imputabile al cambiamento e alla modernizzazione dell’agricoltura.
Quali conseguenze dell'Iniziativa paesaggio sullo sviluppo delle energie rinnovabili?
L’iniziativa paesaggio chiede che nella Costituzione sia iscritto il principio di separazione delle porzioni di territorio edificabili da quelle non edificabili e di frenare la costruzione smodata di edifici fuori zona edificabile. Benché gran parte degli impianti di produzione di energia rinnovabile si trovi in queste porzioni di territorio, non saranno coinvolti nell’iniziativa poiché non sono considerati come edifici ordinari.
L’iniziativa non modifica nemmeno il principio secondo il quale questi impianti sono autorizzati se sono vincolati all’ubicazione. Il rilascio dei permessi di costruzione o di ingrandi-mento di questi impianti rimarrà vincolato ai principi iscritti nella legge sull’energia (LEne) e nella legge sulla pianificazione del territorio (LPT), l’esigenza del limite massimo concerne solo gli edifici e non vale per le infrastrutture quali le vie d’accesso o gli impianti per la produzione di energia rinnovabile. L’iniziativa paesaggio non impedirà quindi né lo sviluppo delle energie rinnovabili né la neutralità climatica da raggiungere nel 2050 (decarbonizzazione), ma solo un inutile boom di edifici nelle nostre campagne.
Qual è il legame tra l'Iniziativa paesaggio e la tutela della biodiversità?
Al di fuori delle zone edificabili, sempre più nuove infrastrutture, per esempio nuove strade, o nuovi edifici residenziali, capannoni industriali o capannoni per l’agricoltura intensiva occupano i nostri paesaggi. Queste costruzioni portano direttamente alla perdita di habitat per la flora e la fauna. Indirettamente, influiscono sugli habitat naturali a causa della frammentazione del paesaggio, dell’uso più intensivo del suolo, dell’inquinamento luminoso e di altri disturbi. L’iniziativa paesaggio richiede che il numero di edifici al di fuori della zona edificabile e la superficie da essi occupata non aumentino. In questo modo, si proteggono le aree naturali e anche i migliori terreni agricoli. Chi salva il paesaggio salva la biodiversità!
Perché le organizzazioni ambientaliste investono tutto questo tempo e tutti questi soldi nella pianificazione territoriale? Non abbiamo problemi più gravi da affrontare, come la crisi della biodiversità e la crisi climatica?
La protezione del clima e la tutela del paesaggio sono strettamente collegate. La crisi climatica globale, con le sue ondate di calore e la conseguente la scarsità d’acqua assieme alle catastrofi, mette in pericolo le persone, l’ambiente e la produzione agricola.
In quanto Paese alpino, la Svizzera è particolarmente colpita dalla catastrofe climatica. È importante, per diversi motivi, mantenere paesaggi aperti e limitare ulteriormente le costruzioni al di fuori della zona edificabile. I paesaggi liberi da costruzioni, cioè non isolati da strade o condutture e senza terreni impermeabilizzati, fungono da serbatoi d’acqua e da fertili terreni agricoli. Queste aree sono necessarie per combattere i cambiamenti climatici e devono essere utilizzate di conseguenza. La crisi climatica sta portando a eventi estremi sempre più imprevedibili, come forti piogge, frane e cadute di massi. Anche le zone edificabili sono designate in base a criteri di sicurezza; gli edifici al di fuori di queste zone, e quindi i loro abitanti, spesso non possono più essere sufficientemente protetti. Riducendo il traffico motorizzato individuale al di fuori delle aree edificate, il mantenimento di un paesaggio aperto contribuisce direttamente alla protezione del clima.
Inoltre, la protezione del clima e la tutela della biodiversità vanno di pari passo. Pertanto, le proposte di pianificazione territoriale dell’Iniziativa per il Paesaggio contribuiscono anche alla protezione del clima e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
La rigida regolamentazione delle costruzioni nelle zone non edificabili minaccia sì o no la transizione energetica? L’iniziativa renderà più difficile la costruzione di nuovi impianti solari, eolici o idroelettrici?
I promotori dell’iniziativa paesaggio sostengono la svolta energetica incondizionatamente. Le costruzioni vincolate all’ubicazione in zona non edificabile sono possibili anche in futuro. Un impianto solare che per motivi cogenti dev’essere realizzato in zona non edificabile può essere costruito anche con l’iniziativa. Un nuovo regolamento nell’ordinanza sulla pianificazione territoriale ha appena stabilito questo (1° luglio 2022).
Ciò non toglie che la protezione del paesaggio va tenuta in considerazione anche per la svolta energetica. In molti casi esistono numerose possibilità di realizzare un impianto solare su superfici già edificate. Esempi in tal senso sono le autostrade e i tetti di edifici esistenti. Queste possibilità vanno perlomeno verificate prima di costruire l’impianto su una superficie libera in un comprensorio non edificabile.
Per quale motivo si dovrebbe essere costretti ad abbattere gli edifici nella zona agricola?
La demolizione coatta di edifici non è lo scopo dell’iniziativa. In linea di massima vige il principio che gli edifici esistenti nella zona non edificabile possono rimanere in piedi. Tuttavia, siccome rimane possibile anche in futuro costruire nuovi edifici purché necessari per l’agricoltura e parallelamente non deve più aumentare il numero complessivo degli edifici nella zona non edificabile, è necessario rimuovere gli edifici non più utilizzati nella zona non edificabile. Gli edifici non più utilizzati sono molto numerosi. In ogni caso, questi interventi saranno effettuati d’intesa con i proprietari. Dato che un cambiamento di utilizzazione a scopi abitativi o commerciali di edifici esistenti non è ammesso, in molti casi nessuno si opporrà alla demolizione degli edifici.
Unica eccezione: gli edifici degni di protezione non possono essere distrutti. Se necessario per la conservazione dell’edificio da proteggere, è ammesso anche un cambiamento di utilizzazione a scopo abitativo o commerciale.
L’iniziativa interviene a livello federale, ma i permessi di costruzione sono rilasciati dai cantoni o dai comuni. Come funzionerà?
L’applicazione su questi livelli corrisponde alle diverse competenze della Confederazione, dei cantoni e dei comuni, come accade comunemente in diversi campi nel sistema federalistico svizzero. La Costituzione e le leggi stabiliscono i fondamenti a livello federale; i cantoni e i comuni adeguano di conseguenza le loro leggi e prescrizioni. I cantoni hanno molte competenze nell’ambito della pianificazione territoriale. Perciò sono sempre i cantoni a rilasciare i permessi di costruzione all’esterno della zona edificabile.
Le giovani generazioni vogliono tornare in campagna e perfino nelle zone di montagna. L’Iniziativa paesaggio gli sbarra la via.
Se ciò fosse vero ci sarebbero molte zone edificabili a disposizione nei paesi. Là le zone edificabili spesso non sono completamente sfruttate, contrariamente alle città. In campagna l’offerta abitativa è molto meno ristretta che in città. Anche accettando l’iniziativa sarà sempre possibile abitare nella zona non edificabile, usando gli edifici abitativi esistenti o trasformando edifici agricoli dismessi e degni di tutela. Più il paesaggio rurale sarà cementificato, meno sarà attraente per abitarci. La tutela del paesaggio è quindi anche nell’interesse di chi desidera abitare in campagna.
Come la mettiamo con il benessere degli animali? Oggigiorno occorrono stalle di grandi dimensioni. L’iniziativa non rende tutto ciò più difficile?
L’Iniziativa paesaggio consente di ingrandire le stalle o di costruirne di nuove, affinché gli animali abbiano spazio sufficiente. I nuovi edifici agricoli e le trasformazioni necessarie all’agricoltura saranno ancora consentiti. I cantoni dovranno però badare a mantenere stabile il numero degli edifici e la superficie edificata nella zona non edificabile. Ciò sarà possibile demolendo i molti edifici in disuso e vuoti poiché non sono più compatibili con il benessere degli animali.
Se gli edifici esistenti devono essere demoliti per raggiungere l'obiettivo del tetto massimo, chi sostiene i costi della demolizione? Quanto mi costerà?
Per raggiungere l’obiettivo del tetto massimo, gli edifici agricoli – stalle, fienili, ecc. – che non sono più necessari devono scomparire. I Cantoni sono responsabili della regolamentazione di questo aspetto. Tuttavia, l’iniziativa non dice nulla su chi sostiene i costi di demolizione. Una possibilità sarebbe quella di finanziare i costi di demolizione con la tassa sulla plusvalenza per la nuova zonizzazione. La tassa sulla plusvalenza è una tassa specifica che deve essere pagata dai proprietari terrieri se i loro terreni aumentano di valore a causa di una riorganizzazione. Questo non comporta alcun costo aggiuntivo per la collettività.
Dal punto di vista ecologico, demolire gli edifici esistenti è un controsenso, poiché in questi edifici si cela molta energia grigia.
- Questa asserzione è erronea, poiché non si tratta di grandi edifici massicci come nella zona edificabile, bensì di stalle e fienili in disuso. Si tratta spesso di semplici costruzioni in legno, non adeguate per essere usate come abitazioni di vacanza.
- L’obiettivo dell’iniziativa consiste a conservare il paesaggio aperto, non di evitare di costruire all’esterno della zona edificabile. Non si tratta neppure di demolire quanti edifici sia possibile nella zona non edificabile, bensì solo quelle costruzioni che non sono più necessarie all’agricoltura. La superficie edificata complessiva non dovrà aumentare. Gli edifici degni di tutela possono comunque essere trasformati in abitazioni.
- Bisogna inoltre considerare l’intero ecobilancio. Gli edifici discosti sono più onerosi dal punto di vista della manutenzione, del restauro e del collegamento rispetto a quelli che si trovano nella zona edificabile. Tutto sommato, dal punto di vista ambientale è più ragionevole costruire nella zona edificabile che trasformare stalle e fienili in disuso in case di vacanza nella zona agricola.
Quali edifici sono degni di tutela e potranno quindi essere trasformati?
Gli inventari degli edifici degni di tutela corrispondono al diritto in vigore. I cantoni hanno già stabilito le procedure per motivare la tutela di tali edifici. Le trasformazioni degli stabili agricoli in disuso saranno ammesse solo se permettono di conservare degli edifici degni di tutela.